Privacy del consumatore? Gli italiani ne fanno anche a meno

E’ passato più di un anno dall’entrata in vigore del Gdpr e sembrerebbe che gli italiani si dichiarano piuttosto favorevoli ad essere profilati e che siano in molti a non avere nulla in contrario rispetto all’’archiviazione dei propri dati da parte dei siti commerciali a fronte dell’opportunità di ricevere offerte personalizzate. Non mi stupisce affatto, ammetto di essere anche io tra essi. Si tratta del risultato di una ricerca di settore condotta da una società belga di marketing digitale con sede a Milano, la Madzuli Agency, condotta su un campione di 500 italiani che usano la rete, rappresentativi per genere, località geografica di residenza, età e scolarizzazione. Premesso che il 56,8% dei cittadini italiani utilizza Internet, nella ricerca sono state raccolte le preferenze solo coloro che navigano in rete. Il 33% di essi afferma di aver cliccato subito sull’annuncio pubblicitario online proposto in fase di navigazione, il 25% di avere visitato il sito web dell’inserzionista e addirittura il 21% di essersi recato successivamente in un punto vendita fisico. Di fronte ad un’offerta personalizzata sulle proprie preferenze solo 1 su 5 ha confessato di aver attivato un blocco sull’adv, mentre ben 3 intervistati su 4 hanno dichiarato di aver acquistato in seguito alla ricezione di un annuncio pubblicitario online. 
Il dispositivo più usato è risultato lo smartphone (citato dall’87% degli intervistati) seguito dal laptop (65%). Il mezzo preferito per ricevere offerte o comunicazioni commerciali è la newsletter, indicata dal 56% dei partecipanti. 4 italiani su 5 dichiarano di collegarsi ai diversi siti appositamente per iscriversi alle newsletter, con una preferenza per i giovani.
Favorevole anche l’atteggiamento verso i banner. Il 62% ha dichiarato di cliccarci subito, il 57% li ritiene utili per trovare un sito web del proprio marchio preferito.
Per le aziende che commerciano o pubblicizzano on-line è una buona notizia. Annunci pubblicitari sempre più personalizzati sembrerebbero il presente e il futuro verso un’efficace fidelizzazione della clientela. Ora aspettiamo di capire quanto i giovani navigatori della rete siano pienamente consapevoli, non solo dei vantaggi della pubblicità su misura, ma anche del costo pagato in termini, non tanto di perdita dell’anonimato, quanto di orientamento ad un consumo sempre meno consapevole e sempre più condizionato.

Articolo precedente
La fragilità del dato sanitario
Articolo successivo
Diritto di cronaca o diritto all’oblio?