Gli assistenti vocali, come Alexa, Siri, Google Assistant, Home Pod, ecc., sono ormai diffusissimi (e utilizzatissimi).
Solo per parlare di Amazon, nel 2019 l’azienda ha dichiarato di aver venduto più di 100 milioni di dispositivi che integrano Alexa. E naturalmente chiunque abbia un iPhone conosce Siri.
L’impiego degli assistenti vocali è in forte aumento. Alla fine del 2020 si conta che siano in attività circa 4,2 miliardi di AV a livello mondiale , ma il numero pare destinato a raddoppiare entro il 2024, diffondendosi in ogni varietà di gadget e apparecchi elettronici.
La Ruhr-Universität Bochum (RUB) e Bochum Max Planck Institute (MPI) for Cyber Security and Privacy, nello studio “Unacceptable, where is my privacy?” evidenziano gli enormi pericoli per la riservatezza e la privacy.Il metodo di “innesco” di questi strumenti si basa sulla pronuncia ad alta voce di espressioni che ne determinano l’operatività (come ad es. “Hey Siri”): l’assistente vocale, che per tutto il tempo non è spento, ma in stato di pausa, resta in ascolto di suoni che richiamino la “parola di risveglio”, la c.d. wake work. Quando il sistema la riconosce, si attiva, registrando i contenuti e trasmettendoli si ad un server in cloud (esprimendo una sorta di consenso dell’utente al relativo trattamento dei suoi dati).
La ricerca ha messo in evidenza come sia facile attivare gli assistenti vocali di Amazon, Apple, Google, Microsoft, e Deutsche Telekom, anche inavvertitamente. Show, notiziari e serie tv, come Il Trono di Spade, Modern Family, o House of Cards, così come voci di giornalisti o dialoghi di attori dei film, talvolta possono inavvertitamente innescare gli AV, così come evidenziato in alcuni video esplicativi.
Nello Studio è identificata una lista di oltre mille termini in diverse lingue in grado di determinare l’attivazione dei diversi smart speaker.
Ad esempio, “Hey Jerry” può essere usato al posto di “Hey Siri” oppure “A letter” può funzionare come “Alexa”. Google Assistant è attivabile con “Ok Cool” simile a “Ok Google” e Cortana si apre con la parola “Montana”. Anche in italiano, la frase “Ok Ugo” mette in funzione un altoparlante intelligente, come si vede in un divertente video degli you tuber The Jackal https://youtu.be/BMGbVAtx-eE .
Il fatto che dispositivi dotati di assistenti vocali possano spiare e registrare conversazioni con contenuti anche delicati senza il consenso degli utenti è, quanto meno, inquietante, quando non diventa pericoloso. La minaccia è tale che uno Studio Legale prestigioso come Mischon de Reya ha consigliato ai propri dipendenti di spegnere gli smart speaker quando sono a casa e parlano di questioni legali relative ai clienti.
La morale, in attesa di soluzioni, che è difficile ipotizzare allo stato attuale, potrebbe essere che: è sempre cosa buona conoscere i pregi e pericoli di quello con cui si ha a che fare.