Anche il Garante della Privacy su PornHub

Analisi attenta sulla situazione di PornHub da parte dell’Autorità Italiana per la Protezione dei Dati: il Garante richiede spiegazioni riguardo alla pratica di individuazione dei profili degli utenti e dei sistemi di tracciamento utilizzati.
Secondo gli attivisti e gli studiosi che supportano la campagna #StopDataPorn (SDP), il periodo medio trascorso dagli utenti sul sito Pornhub è di quasi otto minuti: un intervallo di tempo considerevole che consente la profilazione e la raccolta di informazioni sensibili e strettamente correlate alla sfera privata degli utenti.
Di conseguenza, alcuni giorni fa, i sostenitori di SDP hanno presentato un reclamo al Garante per la Privacy contro il gigante del settore pornografico.
Questo sito riceve approssimativamente due miliardi di visite al mese e accumula un’enorme quantità di dati sugli utenti, in modo illegale, secondo quanto affermano gli attivisti.
Basandosi su questi presupposti, il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un’indagine, richiedendo informazioni alla società cipriota MG Freesites Ltd, che gestisce il sito Pornhub.
In particolare, la società è stata chiamata a rispondere, entro un periodo di venti giorni, alle seguenti domande:
➡️ Esegue profilazioni degli utenti e, in tal caso, come e con quale scopo?
➡️ Qual è la base giuridica per il trattamento dei dati (sia per gli utenti che hanno creato un account sulla piattaforma, sia per quelli non autenticati) relativi all’utilizzo di cookie e di altri strumenti di tracciamento diversi da quelli tecnici?
➡️ Quali sono le tipologie e la natura dei dati eventualmente raccolti, nonché le modalità tecniche per ottenere il consenso e le informazioni fornite agli utenti?
➡️ Vengono comunicati dati a terzi e, in caso affermativo, chi sono i potenziali destinatari? Gli utenti sono stati debitamente informati di questa circostanza?
➡️ Riguardo alla “verifica dell’età”: quali misure sono state adottate per verificare l’età degli utenti?
➡️ Quali strumenti sono stati implementati per consentire agli utenti di esercitare i loro diritti in materia di protezione dei dati personali?
Va sottolineato che il sito pornografico è già stato coinvolto in uno scandalo riguardante la diffusione non consensuale di video contenenti minori.
Indubbiamente, si tratta di un tema estremamente delicato, e sarà interessante seguire gli sviluppi futuri.
Nel frattempo, l’azienda ha dichiarato che “risponderà a queste accuse attraverso i processi appropriati secondo i tempi stabiliti”.

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