DATA BREACH: CHI SARÀ MAI COSTUI?

Scrivere e, soprattutto, pronunciare correttamente la locuzione tecnica “Data Breach” non è cosa semplice.
Questo è il motivo per cui gli articoli 33 e 34 del GDPR hanno contemplato, in lingua italiana, la ben più agevole espressione “Violazione dei Dati”, alla portata anche di chi non abbia solide competenze anglofone.
Nel corso degli ultimi dieci anni, però, in occasione di Conferenze ed Articoli, hanno preso piede numerose varianti, ormai comunemente utilizzate ed entrate a far parte del linguaggio privacy, che andrò, qui di seguito, a enucleare.

1) Data Bridge: violazione di dati occorsa in uno studio dentistico.
2) Data Bitch: espressione tipica del DPO non appena viene a conoscenza dell’incidente.
3) Data Break: violazione dei dati che avviene in pausa pranzo.
4) Data Beach: violazione dei dati occorsa a Pinarella di Cervia.
5) Data Brick: incidente che capita mentre stai giocando ad Arkanoid.
6) Data Back: violazione di dati particolarmente sensibili.
7) Data Bear: violazione dei dati occorsa in Trentino, al Parco Nazionale d’Abruzzo o, più nel dettaglio, a Fonte Pasquale (TE).
8) Data Beer: violazione dei dati occorsa a un concorrente commerciale.
9) Data Bisque: violazione dei dati che ci sta benissimo con i gamberi.
10) Data Bingo: violazione dei dati in un ente pubblico.
PROF. GIOVANNI ZICCARDI

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